3 giorni in bici con quasi 5000 metri di dislivello percorrendo il Grande Anello dei Monti Sibillini

Dopo la bellissima esperienza in bici dello scorso anno riusciamo incredibilmente a organizzare nuovamente un weekend sulle 2 ruote alzando però decisamente l'asticella: dopo varie proposte e discussioni decidiamo infatti di percorrere l'Anello dei Monti Sibillini! Quello che ci aspetta è quindi un continuo saliscendi con circa 5000 metri di dislivello!

Questa volta, complice il mio precario stato di forma e particolarmente impensierito dalle numerose salite che ci attendono, anche io abbandono l'idea di affrontare il percorso con una bici muscolare e prenoto quindi una bici a pedalata assistita; stessa scelta fanno i meno allenati del gruppo per cui alla fine restano fedeli alla bici tradizionale solo 4 dei nostri...

Giorno 1

Partiamo in auto alla volta di Visso diretti al negozio dove abbiamo prenotato le nostre bici, Nando Sport! Svolte le varie pratiche burocratiche partiamo quindi tutti insieme attraversando subito una Ussita ancora visibilmente e tristemente lacerata dal terremoto del 2016...

Dato che è la prima volta che uso una bici a pedalata assistita decido, e così pure un altro membro del gruppo, di iniziare lasciando il motore elettrico completamente spento... se in pianura lo sforzo è accettabile, quando affrontiamo la prima vera salita diventa presto chiaro che la sfida di "risparmiare batteria a oltranza" è una vera e propria Mission Impossible! Ben presto infatti veniamo praticamemnte seminati da tutto il gruppo e quindi, dopo 10 km di sofferenza, decidiamo finalmente di provare l'ebbrezza del motore elettrico e... è decisamente un altro mondo! Già in modalità eco la salita si affronta senza sforzo e solo quando lasciamo l'asfalto per lo sterrato è necessario spingere sui pedali per affrontare la pendenza, più che altro a causa dei sassi che fanno slittare un po' le ruote...

Dopo aver preso un po' di confidenza con il telecomando resto praticamente fisso sulla modalità di assistenza più leggera aumentandola solo nelle salite più ripide: lo sforzo così è decisamente minimo per cui sono decisamente soddisfatto della scelta fatta (soprattutto perché mi permette di affrontare a cuor leggero e senza patemi tutte le numerose salite che ci attendono)!

Dopo esser saliti un bel po' ci attende una tranquilla discesa con il panorama sottostante del Lago di Fiastra e, quando siamo a valle, ecco che è ormai ora di cercare un luogo per il pranzo; per fortuna non fatichiamo troppo a trovare un piccolo ristorantino che ci accoglie e, soprattutto, che ci dà modo di ricaricare le batterie (delle bici)!

Appena ripartiamo ecco che arriva il primo problema: in maniera assolutamente inspiegabile uno dei miei amici si ritrova una vite (che non capiamo da dove si sia staccata) infilata nel rocchettone che gli impedisce di pedalare! Chiamiamo il noleggiatore chiedendogli assistenza e col suo aiuto da remoto riusciamo a trovare il modo di toglierla e ripartire... di lì a poco però ecco un altro problema: la pedalata assistita della mia bici non si attiva più! Altra telefonata e di nuovo il noleggiatore ci spiega che, probabilmente, si è spostato il sensore sulla ruota per cui riusciamo di nuovo a risolvere in tempi relativamente brevi...

Dopo l'ennesima salita, dato che uno di noi ha un piccolo problema con la sua bici, decidiamo di dividerci: il grosso del gruppo procede sul percorso stabilito salendo su una ripida strada brecciata mentre io e altri 2 proseguiamo sulla strada asfaltata.

Per affrontare l'ultima salita prima del rifugio, dato che il problema alla bici rende più ardua del previsto la salita, decidiamo di continuare con io che faccio da traino al mio amico con la muscolare: fissiamo una corda tra le bici e via! Incredilmente la tattica funziona e, grazie all'assistenza del motore, riusciamo non senza qualce sforzo a risalire fino al rigugio arrivando come previsto a Pintura molto prima dei nostri amici.

Dopo una doccia rilassante ci ritroviamo tutti insieme per una cena buona ed abbondante dopo di che raggiungiamo velocemente le stanze per riposarci in vista delle ulteriori fatiche del giorno dopo...

Giorno 2

L'amico che ho trainato il giorno prima sulla salita a causa del problema alla bici decide di farsi portare anche lui, in sostituzione della muscolare, una bici a pedalata assistita per affrontare più serenamente i prossimi 2 giorni di pedalate... il noleggiatore si dimostra disponibilissimo e ci raggiunge con l'auto e la bici direttamente al rifugio in cui abbiamo pernotatto!

Da lì, una volta in sella, scendiamo subito lungo una panoramica discesa che affianca le piste da sci; dopo neppure un paio di km però, mentre scendo tranquillo e beato a velocità non troppo sostenuta, complice probabilmente un fissaggio non proprio magistrale, i 2 pacchi agganciati al posteriore della mia bici volano a terra su un dosso! Per fortuna l'incidente non produce alcun danno per cui una volta rimessi al loro posto (stavolta con più attenzione) riprendo tranquillamente la mia discesa ricongiungendomi ben presto al resto del gruppo... 

Decisamemte peggiore è invece la caduta che fa uno dei miei amici poco prima dell'Abbazia dei Santi Vincenzo e Anastasio: mentre affrontiamo una discesa nel mezzo di un vasto prato erboso infatti si impunta con la bici e finisce rovinosamente a terra, per fortuna senza riportare grossi danni: si alza, si dà una stirata alla schiena lamentandosi della caduta ma poi risale in sella!

Ci ricongiungiamo quindi col gruppo ma poco dopo purtroppo svoltiamo erroneamente ad un bivio, complice la segnaletica del tutto assente, e solo dopo circa 1 km ci rendiamo conto di aver sbagliato percorso; ritorniamo quindi indietro per proseguire quindi sulla retta via...

Dopo una strategica sosta per fare il pieno di ciliegie da un albero a bordo strada affrontiamo una salita particolarmente impegnativa, peraltro con diversi bivi non opportunamente segnalati; per fortuna riusciamo comunque a rimanere sul percorso e raggiungiamo quindi il ristorante Guerrin Meschino nel borgo di Rocca che ci mette a disposizione praticamente tutte le prese elettriche che ha! Mentre siamo a pranzo uno dei nostri, nonostante la pedalata assistita, è comunque talmente provato fisicamente dalle salite da non riuscire a proseguire... per fortuna riusciamo a trovare un pulmino che carica sia lui che la bici per condurlo al Rifugio Mezzi Litri, nostra meta di fine giornata.  

Dopo esserci fatti spiegare per bene dal ristoratore la strada che ci attende proseguiamo quindi dopo un po' di asfalto su una salita particolarmente sassosa e impegnativa! A più riprese compatisco i miei compagni con la muscolare e benedico la scelta fatta in merito alla bici a pedalata assistita; una volta oltrepassata la parte più ripida che include anche un passaggio con le bici a spinta, ci ritroviamo in una stupenda posizione praticamente sotto al Monte Vettore!

Dopo un'altra caduta piuttosto rocambolesca (per fortuna nuovamente senza conseguenze) in un piccolo corso d'acqua, ci ritroviamo sul far della sera nel mezzo del bosco; dopo varie soste per studiare il percorso sui cellulari per via dei cartelli del tutto assenti, riusciamo per fortuna a trovare la discesa giusta che ci riporta sulla strada asfaltata. Da qui riprendiamo l'ennesima salita che ci conduce finalmente fino al rifugio dove passeremo la notte.

La cena anche stavolta è abbondante ed è anche arricchita dai racconti del gestore della baita, un anziano e simpatico signore che ci descrive i problemi legati all'essere in un rifugio all'interno di una riserva naturale e, quindi, sottoposta a numerose restrizioni dall'Ente del Parco.

Dopo questo accorato monologo ce ne andiamo a dormire per recuperare le forze in vista dell'ultimo giorno di percorso...

Giorno 3

Già dalla mattina decidiamo di accorciare il percorso inizialmente previsto per non rischiare di rientrare troppo tardi... dopo la salita sulla provinciale che porta a Forca di presta la abbandoniamo per attraversare invece un bellissimo percorso ciclabile che ci conduce, tra vasti prati e stupendi panorami, fino alle spalle della piana di Castelluccio di Norcia. Quando è il momento di scendere per raggiungerla però notiamo in lontananza la presenza di un grosso gregge di pecore e, temendo di incrociare qualche cane pastore particolarmente territoriale, decidiamo di allungare il tragitto per aggirarlo...

Pur senza qualche difficoltà per trovare la giusta via, raggiungiamo infine la provinciale che porta al Pian Grande e qui, dopo una veloce discesa, eccoci all'agognata Piana di Castelluccio! Il programma sarebbe di attraversarla per poi fare una sosta più tardi ma immancabilmente un altro imprevisto sconvolge i nostri piani: mentre pedalo in scioltezza sul rettilineo all'improvviso mi perdo un pedale della bici! Per fortuna mi fermo senza problemi e lo recupero velocemente ma quando, insieme ai miei compagni, cerchiamo di riavvitarlo, ci rendiamo conto che senza la chiave apposita è impossibile!

Ormai rassegnati chiamiamo per l'ennesima volta il noleggiatore e ancora una volta ci viene prontamente in soccorso! Nell'attesa pranziamo con calma al chioschetto nel mezzo della piana e, quando il nostro salvatore arriva, in 1 minuto risolve il problema e ci permette di proseguire lungo il nostro tragitto...

Dopo una breve variante in mezzo ai vasti prati dell'altopiano, riprendiamo infine l'asfalto e, una volta terminata la salita con cui ci lasciamo definitivamente alle spalle Castelluccio di Norcia, il resto del percorso si snoda su un lungo tratto di provinciale in discesa con cui torniamo rapidamente a Visso e da qui al noleggio bici.

Dopo aver ringraziato più e più voltre il noleggiatore per la sua disponibilità ci concediamo una breve sosta in un bar vicino prima di riprendere la via di casa con le nostre auto... dopo 3 giorni passati in sella alle nostre bici attraversando paesaggi da cartolina il pensiero è già solo uno: dove andiamo la prossima volta?


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